Reddito di cittadinanza: è davvero stato bocciato?

Buongiorno Comete,
finalmente siamo a Venerdì e con questo possiamo dire: weekend, sto arrivando!

auu
Questa sono io che corro verso il Weekend! 🙂

Ma prima di salutarci, beccatevi questa pillolina di sapere.
Di che parliamo oggi? Parliamo di qualcosa inerente la politica e l’economia…
Quindi, rullo di tamburi…

r2.gif
…..
r1.gif
r3.gif
… Forse dovrei smetterla?

Reddito di Cittadinanza.

Okay, okay, stiamo parlando di un argomento che scotta quindi le premesse sono doverose: non è mio compito dare un parere personale circa la proposta del Movimento 5S; quello che andrò a fare oggi è parlare circa la fattibilità della proposta in termini economici in modo che voi possiate poi trarne le conclusioni.

256.gif
Prego, avanti… verso questo delizioso articolo!

Alla luce del giorno dopo quello delle elezioni e al raggiungimento di tali risultati ad opera del M5S, molti cittadini, nei giorni successivi si sono recati ai vari Caf chiedendo di poter ottenere il reddito di cittadinanza.

QLomV

Cos’è questo reddito di cittadinanza? Ma soprattutto: è così facile far diventare realtà questa proposta da un giorno all’altro?
Il reddito di cittadinanza è un aiuto economico che il M5S vuole destinare a tutti coloro che non hanno un reddito o che presentano redditi piuttosto bassi (dai dati Istat si contano 9 milioni, gli italiani a rischio povertà) in modo da fronteggiare la disuguaglianza, la povertà e per promuovere il diritto al lavoro. Secondo i dati Istat, chiunque abbia meno di 780€ al mese, è considerato sotto la soglia di povertà e quindi idoneo a fare richiesta per il reddito di cittadinanza.

Lasciamo perdere tutte le questioni circa i requisiti di ottenimento e di mantenimento di questo reddito di cittadinanza, ed arriviamo dritto al punto: ma è possibile, in Italia, attuare una proposta del genere?

200 (1).gif
Se non sai la risposta… vai avanti!

Lo Stato Italiano ha, come un’azienda: entrate ed uscite, nonché un bilancio che deve essere approvato entro il 15 ottobre di ogni anno. Le entrate dello Stato provengono dai tributi, dalle tasse, dalle imposte oppure dai redditi derivanti da attività monopolio di Stato o derivanti dai giochi pubblici; mentre le uscite a cui fa fronte uno Stato riguardano la spesa pubblica: sanità, pensioni, sussidi di disoccupazioni e/o vari, contributi e servizi.
Dalla differenza tra entrate ed uscite otteniamo quella che si chiama: SALDO.

bf.gif
Ovviamente non intendo questo genere di saldi!

Se il saldo risulta essere in positivo avremo un surplus, se negativo un deficit.
“Ah, si, Cometa, stai parlando del debito pubblico?!” NO.
Debito pubblico e deficit non sono la stessa cosa: il primo si riferisce al debito che lo Stato ha nei confronti di creditori, il deficit è il risultato della differenza negativa tra entrate ed uscite dello Stato.
Ora come ora, però, qualsiasi Stato presenta un saldo negativo ed un debito pubblico elevato, ma quello non è un problema; pensate che il Giappone ha un debito pubblico maggiore rispetto all’Italia, ma nonostante quest’ultima, il Giappone ha una stabilità superiore.

alto.gif
Il Giappone è troppo in alto!

Riguardo la fattibilità del Reddito di Cittadinanza, giorni fa, la Banca d’Italia si è espressa bocciando il RdC.
Perché?
Prima di tutto poiché per attuare questa proposta, bisognerebbe affrontare alcuni costi (uscite del bilancio dello Stato) e tagliarne altri perché ricordatevi: il bilancio deve quadrare (uscite=entrate).
Secondo perché disincentiva l’offerta di lavoro, dato che il sussidio sarebbe di un importo abbastanza elevato (anche se ci sarebbero limiti e regole) e questo porterebbe le persone ad offrire alle imprese meno lavoro.
Ed inoltre potrebbe agevolare l’aumento del lavoro sommerso, ovvero di lavori in nero, poiché dato il recepimento di un sussidio fisso, tali persone potrebbero svolgere lavori in nero data la disponibilità di tempo.

16865373
Se non è chiaro, vi invito a scrivermi in direct su Instagram!

Quali possono essere le soluzioni? Per Banca d’Italia sarebbe quello di potenziare una misura già esistente ed approvata dal Pd durante la legislatura di Gentiloni, ovvero il Reddito di Inclusione.

Rei-banner-360-240.png

Ma l’Italia è l’unico paese che vorrebbe introdurre il RdC? No.
Uno dei paesi che ci ha provato è stata la Finlandia!

ricola.jpg
Conosciuto per lo spot di “Ricola” Hahahah

Ma com’è andato questo esperimento? Fallito.
Per questo motivo vi consiglio di leggervi questi articoli: Fallimento Reddito di Cittadinanza e Governo Finlandese smentisce lo stop all’esperimento!
Ovviamente, tra il RdC italiano e quello finlandese ci sono delle differenze nette: se per esempio, il primo prevede l’iscrizione del disoccupato alle rispettive agenzie del lavoro, per il secondo questo non è d’obbligo.

Allora, cosa ne pensate di questo Reddito di Cittadinanza? Pro o contro? Fatemi sentire la vostra voce!

abv.gif

Se la mini pillolina di sapere è stata di vostro gradimento, vi invito a mettere un mi piacione all’articolo e vi ricordo che potete seguirmi su instagram!

Buon weekend,

La Cometa di Harley

Quando la Comunicazione ottiene il ruolo da protagonista in Infinity War!

Buongiorno Comete,
dopo mesi e mesi di assenza, questa rubbbrica torna a farsi sentire, con un nuovo articolo tutto scoppiettante!

pop-corn-drawing_mod.png
Che voglia di Pop Corn!

Ahem, torniamo a noi! Negli ultimi articoli abbiamo parlato di: Analisi SWOT, Piano di Marketing e di tutte quelle parole markettare che si sentono oggigiorno!
Dopo aver fatto un accenno al mondo del Marketing, mi sento in dovere di aggiungere un altro grande tassello legato a questa magica realtà: la Comunicazione.

giphy (25)
La comunicazione si trova alla base di qualsiasi relazione umana, fin dai tempi dei tempi, perché tramite la comunicazione si riesce a trasmettere informazioni e conoscenza alla persona che abbiamo davanti; essa fa parte della vita di tutti i giorni. Comunichiamo per chiedere qualcosa ai nostri genitori, per parlare con i nostri partner, durante le discussioni, nei colloqui di lavoro, in classe o in università, in qualsiasi situazione e con chiunque.

ever.gif
Quando comunichiamo, lo facciamo perché abbiamo in mente uno scopo e quindi ogni azione comunicativa nasce da un’esigenza il cui fine ultimo è quello di raggiungere l’obiettivo.

dribbble-bullseye.gif
Come nelle relazioni umane, anche negli anni le aziende hanno capito che la comunicazione poteva essere un potente alleato per stringere relazioni con il consumatore e per mantenere un rapporto continuo con essi.
Ed è da qui che viene a generarsi quella che si chiama: Comunicazione di impresa.

La comunicazione di impresa è quella funzione che ha il compito di, non solo comunicare un qualcosa del brand o dell’azienda, sorvegliare e controllare che tutti quei messaggi che l’impresa manda dall’interno verso l’esterno, siano coerenti tra di loro.
La comunicazione, di per se, è un’attività che mira ad un obiettivo: la COERENZA.

la-coerenza
Coerenza: cosa non da tutti!

Perché la Coerenza è molto importante in fatto di comunicazione?
Pensate ad un’azienda che si propone come azienda attenta alla persone ed ai loro interessi, ma che all’interno della sua organizzazione presenta malumori tra i dipendenti, come pensate che il consumatore possa giudicarla? Penserà che l’azienda è incoerente.
Ma se tutti i messaggi che l’impresa manda all’esterno, sono coerenti, essa raggiungerà un certo grado di credibilità per il consumatore e la credibilità ha un impatto sulla reputazione dell’impresa. Maggiore è la reputazione, più i ritorni in termini di vendita saranno alti.

05663410-8bd6-0133-981d-0a6c20e5e327
Magia? Ma quale magia! Questa è la potenza della coerenza!

Detto questo, perché l’impresa ha necessità di comunicare?
Come il marketing, anche il modo di fare comunicazione è nato da una  necessità da parte delle aziende di potersi far conoscere al consumatore. In questo mondo dove sono tante le aziende che producono il medesimo bene, nasce quindi la volontà di comunicare al consumatore che c’è un nuovo bene, un nuovo brand o una nuova azienda sul mercato.

giphy (44)
Qui Nintendo comunicava l’uscita di un nuovo prodotto: lo Switch!

Ma perché comunicare?
La prima, banale risposta è: per farsi conoscere. Immaginate una nuova azienda produttrice di biscotti; essa dovrà farsi conoscere dai consumatori per far capire loro che c’è un nuovo produttore di dolcezze, a parte la classica Barilla!

cooki.gif

Oppure immaginate la mulino bianco, che vuole comunicare l’uscita di un suo nuovo biscotto.
Solitamente si usa la comunicazione quando si vuole comunicare i valori dell’impresa ed i suoi obiettivi o quando si vuole comunicare tutte quelle iniziative dell’impresa ma dedicate al lavoratore dipendente.

E così via…

bao.gif
Ma tutto ciò, cos’ha a che fare con il marketing?
In passato, la funzione marketing prevedeva all’interno di se anche l’area di comunicazione; negli anni però, si è capito che le due funzioni necessitavano di una certa indipendenza.

dobby.gif
Dobby è un elfo libero! Dobby non ha padrone!

Ecco perché oggigiorno si hanno responsabili marketing e responsabili della comunicazione che lavorano in modo indipendente per poter raggiungere lo stesso obiettivo, ovvero quello di aumentare il valore del brand… anche se lo fanno per scopi diversi: il marketing lo fa per le vendite e lo sviluppo dell’identità mentre la comunicazione lo fa per aumentare la reputazione dell’impresa.

Quindi queste due funzioni parlano tra loro? Si, esatto, esse hanno come punto di contatto: la Promozione.

4p.jpg
Vi ricordate che la promozione è una delle 4P del Marketing?

Questo perché quando si vuole comunicare e promuovere un qualcosa, bisogna farlo sfruttando tutti quei mezzi appartenenti ad entrambe le funzioni.
Ed è importante perché in un mondo dove siamo bombardati da messaggi pubblicitari, campagne marketing, pubblicità e quant’altro, un’impresa, per comunicare non può avvalersi di un solo mezzo.

download (5).jpg

Ma non solo, anche perché anche l’attenzione delle persone è cambiata, non usano più un solo dispositivo o mezzo, ma tanti e simultaneamente, quindi per catturare l’attenzione di essi è necessario creare una copertura mediatica piuttosto ampia.
E per creare tale copertura abbiamo bisogno che la funzione marketing e la funzione comunicazione collaborino e comunichino per raggiungere questo importante obiettivo.

Volete sapere come? Allora dovrete aspettare la prossima puntata della rubrica “Marketing&Co.”!

Ma prima di salutarvi, un’ultima domanda: che ne pensate di questo nuovo articolo? Vi ha entusiasmati come ha fatto con me?
Sapevate che in impresa ci fosse la funzione comunicazione?
Per saperne di più continuate a seguire questa rubrica, e non ve ne pentirete!

La Cometa di Harley

Guida definitiva alla battaglia vs le discromie!

Buongiorno Comete,
dopo una settimana di completo riposo (no, non è vero), torno alla riscossa con un nuovo articolo tutto dedicato al mondo beauty.

giphy (39)
“Cometa, di nuovo?” Si.

Ma prima, un annuncio! Da questa settimana ho deciso di modificare l’ordine di uscita degli articoli delle rispettive rubriche: lunedì usciranno gli articoli inerenti la rubrica “Beauty” (una volta uscivano il martedì), il mercoledì usciranno gli articoli della rubrica “Marketing&Co.” ed il venerdì uscirà la solito Pillolina di Sapere.

happpyy
Sono veramente euforica!

Ma, detto questo, possiamo incominciare.
L’ultimo articolo della rubrica “Beauty”, trattava le più comuni problematiche presenti sul viso: acne, couperose, grani di miglio e quant’altro. Se siete interessati, vi consiglio di fare un salto qui: GUIDA INTERGALATTICA PER LE PROBLEMATICHE DEL VISO.

giphy (42).gif
Anche lui sta andando a leggerlo!

“Cometa, ma di che parliamo oggi?”
Vi è mai capitato di andare ad applicare il fondotinta, avente anche una certa copertura, ma di continuare a notare i rossori, le occhiaie e quant’altro? Se la risposta è si, questo articolo fa proprio per voi!

16865373.gif

Oggi, volevo parlarvi dei metodi con cui è possibile coprire alcune delle problematiche più comuni, come i rossori, le occhiaie scure, i brufoletti, le macchiette e quant’altro.
La domanda più sensata da fare è: “Come?” Ebbene, abbiamo dalla nostra parte un potente alleato: il make-up, che se utilizzato nel modo giusto, è efficiente.

power.gif
“I’ve got the power!”

PALETTE CONCEALER

 

 

 

Cos’è questa brutta parola?
L’alleato più potente nell’ambito del make-up è la palette concealer, una palette costituita da colori sgargianti, il cui utilizzo è sconosciuto alla maggior parte delle persone. Stessa io, all’inizio ero titubante e mi chiedevo perché mai avrei dovuto utilizzare questi colori sul mio viso.
Ma andiamo con calma.

I correttori “colorati” sono dei potenti alleati del fondotinta, questo perché il fondotinta di un unico colore può non essere sufficiente per creare un incarnato perfetto. Qui sopra potete vedere chiari esempi di palette, di brand diversi ma con toni di colore piuttosto simili.
“Ma Cometa, io devo buttarmi sul viso questi colori?”

illumination

SI.
Ma per spiegarvi il perché necessito di fare un passo indietro.
Chi conosce la ruota dei colori?

RUOTA-DEI-COLORI.png

 

La ruota dei colori segue una teoria: ogni colore ha un suo complementare, ovvero un suo opposto; due colori complementari se sovrapposti, si annullano.

tenor (20).gif
Vi gira un po’ la testa, eh? 🙂

Ma questo come si collega al tema principale? Ovvero quello del coprire le “problematiche”?
Le problematiche in questione, vengono chiamate discromie per il semplice fatto che sono un’alterazione del colorito della pelle; quindi tutto ciò che ha un colore diverso rispetto alla tonalità della nostra pelle, è definito “discromia”.
Tra le più comuni discromie troviamo: rossori, brufoli, macchie della pelle, occhiaie segnate, colorito spento/grigio o giallognolo.

Con la teoria dei colori, però, possiamo fare in modo di annullare queste discromie in modo poi da stendere uniformemente il fondotinta, per creare l’incarnato perfetto.

tenor (16)
Incarnato perfetto? Dimmi come farlo!

Ma vediamo questi colori nello specifico.


CORRETTORE VERDE

Il correttore verde, essendo il complementare del colore rosse, viene utilizzato per i rossori, tra cui: couperose, brufoletti rossi, capillari spezzati oppure per qualche chiazza di rossore.

tutorial-primer-verde.jpg
Mettendo il verde sopra il rosso, la discromia si annulla.

Viene consigliato, però, di utilizzare una tonalità di verde più acceso o meno, a seconda se il rossore è più o meno intenso.

CORRETTORE GIALLO-ARANCIO

Il correttore giallo serve a coprire tutte quelle discromie violacee come le occhiaie viola, mentre il correttore aranciato è per lo più idoneo a coprire quelle bluastre. Entrambi però sono fondamentali, perché? Vi siete mai accorti che quando avete le occhiaie e provate a coprirle con un semplice correttore simile al colore del vostro incarnato, non avvengono miglioramenti? Ecco, prima di utilizzare un qualsiasi correttore, è consigliato utilizzare un correttore colorato al fine di annullare il colore scuro delle occhiaie.

oi.jpg

 

CORRETTORE LILLA-VIOLA

Il correttore viola è un po’ più versatile perché tendenzialmente viene utilizzato:

  • per annullare tutte quelle macchiette gialle che si possono presentare sul viso
  • per illuminare le pelli delle ragazze chiare
  • sulle palpebre che tendono ad essere un po’ più gialle rispetto al resto del viso
  • sulle pelli che sono spente (provate ad utilizzarlo sulla fronte oppure sul dorso del naso o sugli zigomi)
cattivissimo-me-2-foto-dal-film-29.jpg
Anche loro hanno utilizzato il correttore viola!

 

CORRETTORE ROSA

Il correttore rosa è utilizzato per andare ad illuminare le pelli stanche, tendenti al grigio, tipiche soprattutto di coloro che fumano. I segni più evidenti di stanchezza sono più evidenti intorno agli occhi…

correttore-rosa.png
Ecco perché viene utilizzato solo su questa zona!

 

Solitamente questi sono i colori primari che vengono inseriti in una Palette Concealer, altre palette più complete presentano colori come beige chiari e scuri che vanno a rendere ancora più perfetto l’incarnato.

In pratica, dopo aver letto l’articolo ed esservi comprati una palette concealer, vi troverete pressoché cosi:

uou
Manco faceste parte di una tribù!

Detto questo, prima di salutarvi, vorrei soffermarmi su una cosa, che potrà essere scontata a molti, ma che in realtà non lo è. Il correttore colorato va utilizzato solo ed esclusivamente per ogni singola problematica; ovvero il correttore verde dovrà essere messo solo sui rossori o sul singolo brufoletto, non su tutto il viso, e così via.

Ovviamente tutto ciò che riguarda la correzione delle discromie andrà fatta prima di spalmarvi il fondotinta!

E voi, utilizzate già la palette concealer, se si, quale?
Spero che l’articolo sia stato di vostro gradimento! Con la categoria “Beauty” ci sentiamo la prossima settimana!

Buon Inizio Settimana,

La Cometa di Harley

 

GUIDA INTERGALATTICA PER LE PROBLEMATICHE DEL VISO.

Buongiorno Comete,
ormai aprile è incominciato, così come questa settimana.
Come avete trovato gli articoli della scorsa settimana? Vi sono piaciuti? Volete i Top e Flop di ogni mese, come quelli usciti lo scorso sabato?

giphy (39)
A me i Top e Flop piacciono molto…

Detto questo, oggi, MARTEDDI’ 10 APRILE, torno con un nuovo articolo tutto sul beauty e sul self-care, legato alle varie problematiche che possiamo riscontrare sul nostro viso.
Perché mi preme fare un articolo del genere? Prima di tutto perché non tutti hanno la fortuna di avere la pelle perfetta…

tenor (19).gif
A parte lei…Lei è perfetta. 

Secondo, perché sostanzialmente, nella cura del viso, non è solo importante tener conto della nostra tipologia di pelle al momento di un acquisto, ma anche delle problematiche che la nostra pelle può presentare nei momenti diversi della vita per poi poterle andare a curare.

giphy (38)
La faccia che fai quando ti guardi allo specchio e noti che qualcosa non va!

Per esempio, una pelle grassa può presentare rossori, così come una pelle secca o mista. Quindi questo articolo vi aiuterà nell’individuare la problematica che affligge il vostro viso in modo che possiate, a seconda della tipologia, andarla a curare o a limitare.

Ovviamente, non le vedremo tutte tutte nel dettaglio, ma affronteremo solo quelle più comuni.
Siete pronti? Iniziamo con questa “Guida Intergalattica per chi vuole scoprire che problematiche ha in faccia”!

GIF 1.gif
3…..2…..1….!

 


GRANI DI MIGLIO

Sono delle palline bianche antiestetiche dall’aspetto tondeggiante che spesso fanno la loro comparsa vicino al contorno occhi, sotto al naso o sulle guance. Non sono pericolose, sono solo orride.
Dall’aspetto possono assomigliare ai fibromi penduli (per gli amici: palline di carne cresciuta), ma non sono la stessa cosa.
I grani di miglio sono accumuli di cheratinociti, ovvero cellule principali che vanno a comporre l’epidermide, mentre i fibromi penduli sono escrescenze di cute.

Schermata-2018-03-05-alle-17.50.43.png
Questi sono i grani di miglio! Chiamati così perché assomigliano al miglio.

Questa problematica, che anche io ho, può derivare da:

  • fattore genetico (per esempio anche mia mamma e mia cugina li hanno);
  • mancata o inadeguata pulizia del viso;
  • applicazione di prodotti cosmetici inadeguati alla tipologia di pelle;
  • utilizzo di detergenti aggressivi o irritanti che sono andati a danneggiare il film idrolipidico (che protegge la pelle);
  • conseguenza all’esagerata esposizione ai raggi UV;
  • effetti collaterali in seguito ad alcune terapie di cortisone.

E tante altre ipotesi stipulate da parte degli esperti.
Ma passiamo alla parte più importante: come la si cura?
Io purtroppo ho sempre fatto parte di quelle persone che credevano che, avere “ste cose” in faccia, fosse una sfiga (perché in un modo o nell’altro sarebbe stato notato da tutti), e che non potessero essere curate in nessun modo: TE LE TENEVI EBBASTA.
Invece qualche mese fa l’illuminazione: quella che credevo fosse una cosa irrimediabile si è rivelata essere un qualcosa che può essere “curata”.

illumination.gif
Si possono curare?!?!?!

COME? Beh, andando dal dermatologo e facendoveli togliere. Attenzione, solo il dermatologo può eliminarli, questo perché è una procedura delicata: vanno bucati con ago sterile e spremuti per far uscire la pallina bianca. Ripeto però, solo un dermatologo può farlo; se la vostra estetista di fiducia sotto casa vi dice: “lo faccio io”, alzatevi da quel lettino e fuggite!

fuggite_sciocchi_mov.gif

COUPEROSE

Passiamo ad un’altra problematica: la Couperose. La copparosa, per gli amici, non è un disturbo patologico, ma è un disturbo cosmetico ed estetico che appare sul viso sotto forma di arrossamento intenso dovuto all’anomala dilatazione di piccoli vasi ematici, che dilatandosi creano un ristagno di sangue (che è l’arrossamento).

couperose.jpg

E’ un disturbo che colpisce per lo più le persone con età superiore ai 30 anni, di qualsiasi sesso; ma soprattutto può colpire quegli individui che hanno una pelle molto sensibile/sottile e quindi, facilmente irritabile.
Quali sintomi hanno chi presenta couperose? Striature rossastre a livello di zigomi-guance (principalmente) cronico oppure saltuario e sensazione di forte calore che si propaga specialmente in quella zona. Un campanello d’allarme può essere il fatto che passando da un ambiente freddo ad uno caldo, i rossori e le striature si incomincino a vedere, per poi scomparire dopo ore.
Ma se allora non è un disturbo patologico, non dev’essere curato? Assolutamente no. La couperose non può essere sottovalutata poiché se peggiorasse, porterebbe alla comparsa della rosacea, una tipologia di acne che in seguito all’infiammazione di follicoli piliferi, porta alla fuoriuscita di pustole e rossori.
Le cause della couperose? Sicuramente i fattori genetici contano, l’esposizione ai raggi solari, esposizione a cambiamenti repentini di agenti atmosferici (caldo, freddo o vento). Cosa si può fare? Allora non esistono rimedi cosmetici, che abbiano funzione terapeutica, perché la couperose è generata da fattori legati alla circolazione sanguigna, ma nel caso in cui alla couperose si aggiungessero pustole, beh in quel caso io andrei di corsa da un dermatologo!

auu.gif
Dermatologo: sto arrivando!

 

OCCHIAIE

Un’altro inestetismo comune è l’occhiaia segnata. Basta dormire poco, e tutti la vedranno lì il giorno dopo, con il suo bellissimo color violetto-scuro pronto a farci l’occhiolino.
L’occhiaia segnata è un inestetismo che colpisce qualsiasi individuo, di qualsiasi età e sesso; non è una patologia ma solo un qualcosa di antiestetico che va a modificare semplicemente il nostro viso, donando allo sguardo un non so che di malinconico o sofferente/malato.

occhiaie.jpg
“Mi stai dicendo che dovevo dormire ieri sera?!”

Spesso però le occhiaie vengono confuse con le borse, e questo porta all’usare prodotti sbagliati per problematiche diverse. Le borse sono una fuoriuscita di tessuto adiposo attraverso il tessuto muscolare attorno agli occhi che con il passare del tempo perde elasticità e si rilassa (in soldi spicci è una specie di rigonfiamento nella parte inferiore delle ciglia).

BORSE-SOTTO-GLI-OCCHI-2-1-e1458838263398.jpg
Queste sono le borse!

I trattamenti per occhiaie e borse sono diversi e magari un giorno li riprenderemo; ma parliamo di occhiaie: quali sono le cause?
Ovviamente il sonno mancato la notte precedente, a cui si va ad aggiungere:

  • Fattore genetico;
  • Ritenzione idrica o disidratazione;
  • Anemia e carenza di ferro;
  • Assottigliamento della pelle.

 

ACNE

Parliamo anche di acne? Si, l’acne è una malattia della pelle caratterizzata dall’infiammazione del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa che portano alla comparsa di brufoli, pustole, o cisti superficiali.

acne
Colpisce per lo più le spalle, il viso ed il petto di una persona di qualsiasi età e sesso (esistono diversi tipi di acne: acne neonatale oppure acne adolescenziale, oppure acne estiva).
Con acne però non si intende i brufoletti sparsi sul viso oppure l’avere qualche punto nero, l’acne è un qualcosa di cronico, è una malattia generata da un’infiammazione.
Cosa bisogna fare? CORRERE VELOCISSIMAMENTE DAL DERMATOLOGO, perché stiamo parlando di un infezione, che con cure fai da te probabilmente non si farebbe che peggiorare la situazione. I fattori scatenanti? Anche qui la genetica, fattori ormonali, infettivi, alimentazione scorretta, cattiva igiene oppure fattori psicologici.
In ogni caso la cosa migliore è: andare dal dermatologo.

RUGHE

Ahi, Ahi, la ruga è un qualcosa da cui non si può scappare: il naturale invecchiamento della pelle è normale, non lo si può contrastare, ma solo rallentare.

 

Zampe-di-gallina-linea-e-%22codici-a-barre%22-tutte-le-rughe-delle-star-FOTO.jpg
Neanche la bellissima Julia Roberts, può sfuggire alle rughe. 😦

Le cellule della pelle, ad un certo punto (quando si inizia ad invecchiare), diminuiscono la loro attività e subiscono danni e alterazioni che portano alla conseguente perdita di elasticità della pelle, idratazione, tonicità e compattezza cutanee. Quando arriviamo ad una certa età (già ai 30 anni), la nostra pelle inizia ad invecchiare perché il rinnovamento cellulare, che prima era più veloce e giovincello, ora tende a rallentare.

neo_dodges_the_bullet.gif
Come nella famosissima scena slow motion di Matrix!

Per quanto riguarda le rughe, per non farci mancare nulla, ne abbiamo di diverse tipologie: rughe d’espressione, favorite dall’utilizzo della mimica facciale e dalla contrazione dei muscoli (zampa di gallina); rughe da sonno, che compaiono a causa di una particolare posizione assunta nel sonno con il viso; rughe attiniche, provocate dall’esposizione ai raggi ultravioletti, che portano alla comparsa del foto invecchiamento; e così via.
Come posso contrastarle? Non puoi fermare l’invecchiamento, ma ci sono alcune cose che possono essere evitate: eccessivo utilizzo di alcool, stress, troppa esposizione alle radiazioni solari o ad agenti chimici aggressivi. In passato, inoltre si diceva alle donne, per non far comparire le rughe, di non accennare a nessuna mimica facciale: il viso doveva rimanere sempre disteso.

stu
“Mi stai dicendo che non potevano ridere?” Già.

Per oggi abbiamo finito! Lo so… ho buttato un po’ di carne al fuoco, ma voglio solamente capire a cosa siete interessati: quali di queste problematiche vorreste che io approfondisca?
Fatemelo sapere!
Ci vediamo, mercoledì con un nuovo articolo tutto per gli amanti Markettari e non!

La Cometa di Harley

Mamma, voglio fare l’INFLUENCER!

Buongiorno Comete,
siamo finalmente a venerdì ed un’altra settimana è andata! Ora inizia il weekend, quindi…cosa farete? Gita da qualche parte? Relax? Ve la gratt….ugerete?

relax.gif
Dato che oggi è venerdì, parleremo, nella rubrica “Pillole di Sapere”, di un argomento facile-facile e noto a tutti, da molti criticato, da altri elogiato e da molti ritenuto… indifferente: il fenomeno dell’INFLUENCER.

reviewers.jpg

Siamo nel 21esimo secolo, e tra gli influencer degli influencer abbiamo la nostra azzurra: CHIARA FERRAGNI.

05-Chiara-Ferragni-influencer
La regina degli Influencers?

Chiara Ferragni è una influencer italiana, conosciuta in tutto il mondo e a cui, molti brand, fanno la corte!
Ma non volevo parlare di lei, ma bensì del suo essere Influencer.

Cosa si intende con la parola Influencer? E cosa sono queste figure mistiche?

L’influencer è un utente di Youtube, Facebook, Instagram e quant’altro  che ha un certo seguito sul proprio profilo/canale e che condivide foto, video o tutto ciò che può creare o crea contenuti inerenti anche a certi brand, a cui si fa pubblicità. Ciò che cambia, per esempio, tra la pagina social di mia zia su Instagram, nella quale condivide foto del suo geranio in crescita o del suo gattino, e tra la pagina di un’utente “influencer” è il fatto che quest’ultimo con i propri contenuti e le proprie parole, influenza un altro utente.

ohvabb
C’è chi può e c’è chi non può. Hahahahah

L’influencer è un qualcosa che si rifà all’Influencer Marketing, ovvero un modo di fare marketing, che a fronte di un investimento minimo da parte dell’azienda, porta all’ottenimento di pubblicità (più o meno estesa) da parte di un soggetto che ha al suo seguito un certo numero di followers fidelizzati e quindi interessati a quello che esso/a, dice o fa.
Perché parlo di fidelizzazione? Perché in realtà, per fare l’influencer “vero”, è necessario avere un gruppo più o meno esteso di utenti (non importa il numero in realtà) che siano fidelizzati ovvero che si fidino di quello che dici.
Permettetemi una similitudine: l’influencer è come un amico.

giphy (41).gif
“Ommeoddeoo, da quanto tempo!?”

Quando un amico fidato ti dice “prova questo nuovo rossetto”, nel momento in cui avrai la necessità di comprarne uno, penserai a comprare quello che ti è stato consigliato dall’amico; ma se non ti fidi, non terrai conto del suo consiglio, del suo passaparola.
Se l’influencer ha dei followers fidelizzati, essi saranno portati ad acquistare quel prodotto perché pubblicizzato da un utente che si è guadagnato la loro fiducia; ma se l’influencer non ha ottenuto una certa fiducia da parte dei suoi followers, beh in quel caso non terrà neanche conto della sua parola.

Tutto questo per dire che le aziende sfruttano il rapporto di “amicizia”, anche se virtuale, tra Influencer e Followers per farsi conoscere.

tenor (18).gif


In cosa consiste il lavoro di un Influencer? 

Si, parlo di lavoro, perché se fatto in modo trasparente, sincero ed informato, l’influencer è un mestiere a tutti gli effetti. Il loro lavoro è quello di sponsorizzare dei prodotti, ovviamente in linea con i loro valori, e di informare gli utenti per guidarli verso certi prodotti (cosa che fa già la pubblicità e varie tipologie di marketing) che avrebbero in ogni caso comprato, per soddisfare i loro bisogni.
“Ma Cometa, che schifo, vengono pagati per influenzarci!” mi direte.
Eh no, vorrei spezzare una lancia in favore di chi fa questo come LAVORO.

lancia.gif
Io spezzo una matita, perché sono contro le armi!

Esistono Influencer ed Influencer: non facciamo di tutta l’erba un fascio.
In queste settimane, sono tante le persone che hanno portato alla luce comportamenti scorretti da parte di alcuni influencers che pubblicizzavano prodotti bruciagrassi, vendendoli come prodotti miracolosi o con proprietà che in realtà non possiedono. (a tal proposito vi invito a cliccare su questo LINK, dove il Signor Bressanini parla di Bruciagrassi=Fuffa)

E’ colpa degli influencers? E’ colpa dell’azienda? E’ colpa dell’utente? Io direi un po’ tutto, nessuno è escluso. Da un lato gli influencers non dovrebbero pubblicizzare prodotti miracolanti (anche perché potrebbero ricorrere a delle sanzioni) e dall’altro le aziende non dovrebbero legarsi ad influencer incapaci, che fanno della cattiva informazione, il tutto per arruffianarsi il brand.
E’ ovvio che se l’azienda, davanti ad una condotta negativa da parte dei propri influencers, se ne lava le mani, prima o poi essa perderà reputazione ed immagine.
Quindi esistono nel mondo Influencer capaci, seri e trasparenti con i propri followers, come esistono influencer corrotti, incapaci e poco trasparenti.

no


Ma perché si ha tutto questo risentimento nei confronti degli Influencer?

Beh, io credo che sia lo stesso risentimento che si aveva anni fa, al lancio di YT, nei confronti dei primi Youtuber, definiti come “scansafatiche” o “buoni a nulla” da parte di molte persone.

envy.gif
In realtà è tutta invidia. 😀

Ora, questo pensiero sta scemando, e si sta spostando sul fenomeno degli Influencers, anch’esse persone buone a nulla che si vendono alle aziende, che le minacciano per ottenere dei prodotti gratuiti e che vivono a scrocco.
Io non la penso così. Influenzare le persone non è qualcosa di negativo, perché sennò tutto ciò che è marketing, pubblicità, viral marketing e quant’altro, sarebbe negativo; questo perché nessuno vi costringe a comprare, NESSUNO.

noone.gif
No one, no one, no one aooooo!

Siamo tutti definiti come consumatori consapevoli, con un cervello e dei bisogni da soddisfare ed è ovvio che, se la comunicazione e le informazioni che stanno dietro all’influencers o ad una campagna pubblicitaria sono errate o possono trarre in inganno, allora verremo influenzati a comprare qualcosa di cui effettivamente non siamo stati informati al 100% bene. Ma se la comunicazione e le informazioni non traggono in inganno, beh in quel caso il processo è solamente positivo!

E da qui arriviamo ad una domanda fondamentale: qualunque influencers andrà bene alle aziende?

Se si parla di un’azienda seria, con obiettivi un po’ più lunghi del “voglio farmi conoscere velocemente, per poi essere dimenticato”, la risposta è NO.

CrazyUnnaturalHellbender-max-1mb
Ovviamente…

Le aziende, sceglieranno gli influencers che rispecchino i valori aziendali ed il prodotto che andranno a pubblicizzare, ma anche alcuni requisiti, come per esempio: il grado di affidabilità dato dai followers, l’avere un certo bacino di utenza (ciò non significa avere tantissimi followers) ed il creare dei contenuti in grado di generare interazioni.
Non pensiamo che tutte le aziende siano il male o che tutti gli influencers sono pagati per raccontare fandonie! EDDAI!

giphy (25)
Okay, ho parlato troppo..

Con questo articolo, concludiamo questa settimana! Cosa ne pensate? Vi è piaciuto l’argomento? Aspetto vostre notizie!

Buon Weekend

brad.gif

La Cometa di Harley

FLOP 5 del mese di Marzo!

Buongiorno Comete,
e buona domenica! Oh, no, oggi è martedì e questo articolo non sarebbe dovuto uscire oggi, ma purtroppo si sa, durante le feste è così!

ohvabb.gif
Capita, no?

Questo weekend è stato devastante? Avete mangiato fino a scoppiare? Quanta cioccolata avete ingurgitato?
Ma tutto ciò non è importante! Invece di guardarvi allo specchio e scrutare la ciccetta in più, guardate e scrutate il mio articolo! Oggi ne vedremo delle belle, con i prodotti FLOP del mese.

Quindi bando alle ciance, INIZIAMO!

eh.gif

 


UNIVERSAL FIT KIKO

universalfit.jpg

Partiamo dal presupposto che ho pagato questo fondotinta 2,50€ in sconto, ma il suo costo si aggira intorno ai 5,95€; questo magari non significa niente, non snobbiamo i prodotti economici… ma questo prodotto è veramente indecente. Però non ci lamentiamo se un prodotto pagato 2,50€ non fa quello che dovrebbe.

stu.gif

Detto questo dirò quello che non mi è piaciuto del prodotto.
Allora, non è che avessi grosse pretese, ma credevo che almeno, anche se non fosse stato il massimo, lo avrei finito. Ma facciamo un sunto: è un fondotinta fluido idratante che dovrebbe donare un effetto naturale, in realtà non fa niente di tutto ciò. E’ un prodotto che segna ogni singola pellicina che si ha, ha un odore sgradevole ed inoltre è molto difficile da stendere (quindi se non siete grandi sfumatrici di fondotinta, meglio lasciare perdere) e da far asciugare, soprattutto per le pelli grasse/miste.
Altra pecca, è che nonostante ci siano tante variazioni di colore, per l’esattezza 14 colorazioni (in Italia), alcuni colori, anche sulle tonalità più calde rimangono i toni rosati, quindi per una pelle olivastra come la mia, il tono rosato si nota molto!

ESSENCE MINE SHEER LIP BALM

Ho comprato questo lip gloss perché era in offerta e perché nella mia collezione di trucchi, mancava un lipgloss da tutti i giorni. Devo dire che non sono mai stata tanto amante dei lip gloss, ma questo ho voluto provarlo… ed è stato bocciato.

tenor (17).gif
Bocciato, bocciato, bocciato! Hahaha

Il prodotto si presenta come un matitone labbra sbrilluccicoso, disponibile in sole quattro variazioni:

nuovi-prodotti-essence-autunno-inverno-2015-mini-sheer-lipbalm.jpg
Io ho comprato quello rosso!

Il colore non rimane pieno, infatti la pigmentazione secondo me non è sufficiente, ed inoltre per coloro che hanno le labbra leggermente più scure, il matitone sarà di sicuro inutile. Nonostante ciò è un prodotto carino da portare in borsa, certo, ma non da mettere.

PEEL OFF FACE MASK

satana
Soprannomineremo questa maschera: SATANA.

Premetto che: non ho mai acquistato una maschera peel off, ma quel pomeriggio di gennaio, andando da Primark nella fredda Germania, mi sono fatta rapire dall’idea che facendo una maschera peel-off, i miei punti neri sarebbero spariti.

Disappear.gif

La mia eccitazione era tanta ed anche le mie aspettative, ma quando ho aperto il prodotto e la puzza ha invaso il mio viso, dovevo aspettarmelo che le cose non sarebbero andate bene.
“Eh vabbè Cometa, ma la puzza che fa?”  Semplicemente rende l’esperienza negativa, ma soprattutto la puzza era veramente troppa. Nonostante l’odoraccio, ho deciso di andare avanti e di spalmarmela lo stesso sul viso; il prodotto era molto fluido quindi scivolava ovunque e non sporcarsi era veramente un’impresa, ma per il resto dopo averla messa nel giro di 10 minuti si è incollata al viso.
Detto questo, fino ad allora non l’avevo ancora bocciata, ma quello che mi ha fatto dire: “prodotto da bocciare assolutamente” è stato il momento quando ho dovuto togliere la maschera. Ho provato un dolore allucinante, che si è intensificato soprattutto nella zona  delle guance: mai più.

06-evil-dead-1.w710.h473.jpg
Prodotto spaventoso.

GLOW BOT HOLLER

primarkuk_81132157764619_thumb.jpg

Un’altra maschera di Primark…ma quando finirò di comprare sempre maschere? MAI.
La maschera in questione è una maschera cremosa/fluida dall’odore di candeggina, ma dal packaging bello: eddai chi non vorrebbe avere un robottino come packaging? Troppo carino!
Purtroppo anche questa volta ho ciccato, in realtà sbaglio ogni volta che compro qualcosa scontato senza pensarci troppo… infatti il prodotto è qualcosa di mostruoso.
Vabbè, magari sto esagerando.

abc
Però è tutto vero…

Allora, il prodotto si presenta con una texture cremosa o viscida, dall’odore nauseabondo, ma dal colore splendido (un bellissimo azzurro che mi fa battere il cuore), che una volta steso ti farà pentire di essertelo messo in faccia.
Perché? Perché mi ha provocato un rossore pazzesco alle guance, le quali mi stavano andando a fuoco ed invece di nutrire ed idratare la pelle, la maschera faceva il contrario. Oltre a questi sintomi, si aggiungeva lo svenimento per l’odore (no, non è vero) e la pelle che mi bruciava.
Una volta fatta, sembrava avessi utilizzato uno sgrassatore sulla mia pelle, ovvero, pelle secca e pellicine in evidenza.
BOCCIATO, BOCCIATO, BOCCIATO.
Ovviamente, della stessa linea, ho comprato una maschera simile, ma con un altro packaging troppo carino (maledetti), che testerò in questo mese.

Quindi, detto questo, i prodotti FLOP del mese di Marzo sono finiti…
“Ma Hey, Cometa, aspetta, sono solo quattro i prodotti Flop!”. Ebbene, si, solo che scrivere “i 4 FLOP eccecc” non mi piaceva, ecco perché ho arrotondato.

ahhaha.gif
Prometto. la prossima volta saranno 5!

Quali prodotti avete provato dei miei Flop? Erano flop anche per voi? Quali flop vi hanno fatto incavolare neri-neri? A me personalmente l’Universal Fit della Kiko! E a voi?
Allora, piccole-grandi Comete amanti del beauty, ci vediamo presto con nuovi articoli tutti per voi!

La Cometa di Harley

 

TOP 5 del mese di Marzo!

Buongiorno Comete,
ma questa è la settimana degli articoli speciali? Ebbene si! Non siete contenti?

giphy (36).gif
Un po’ come questa bambina Hahahha

Ovviamente, essendo sabato, la lunghezza di questo articolo sarà contenuta, ma Hey, prima di iniziare a fare qualsiasi cosa, dovreste proprio leggerlo questo articolo.

giphy (8)
Si, Cometa, ma vai avanti!

Dato che ormai siamo alla fine di Marzo, ho deciso di fare due articoli dedicati ai miei Top e Flop del mese. Quindi bando alle ciance ed iniziamo!


1. DAILY PROTECTION KIKO

Il mio primo prodotto Top del mese di febbraio-marzo è una BBcream. Credo che nella mia vita da “ragazza che prova a truccarsi”, questo sia stato uno dei migliori BBcream, e non a caso è stato uno dei prodotti Top che ho finito.

kiko

Che cos’è la BBcream?

“Non sono altro che delle creme che, oltre ad idratare la pelle, ne curano l’aspetto, nascondendo le imperfezioni (piccoli brufoli, rossori, ferite) come farebbe un normale fondotinta, ma in una versione più leggera”

– Sito GirlPower

In particolare questa BBcream serve a proteggere dal sole la pelle, non a caso all’interno contiene un fattore di protezione SPF30, ed inoltre idrata il viso. Infatti è una BBcream la cui texture è molto leggera ed una volta spalmato sul viso ha un finish naturale. Ovviamente la coprenza è media, ma se non avete particolari discromie della pelle o problematiche da coprire, questo potrebbe essere il prodotto che fa per voi.
Unica pecca? Le poche varianti di colore!

tenor (15).gif
Ma vabbè…

Per me che ho una pelle olivastra (ma non troppo), ho dovuto comprare la 04 Warm Almond, ma per le pelli più scure è già più difficile trovare la colorazione giusta.

Detto questo, lo ricomprerei? Si e no, credo che sia un prodotto adatto all’estate, infatti adesso sto testando un fondotinta.

 

2. CATRICE LIQUID CAMOUFLAGE

catrice-liquid-camouflage-020.jpg

Il prodotto in questione è un correttore di media coprenza (a mio parere), ottimo prodotto perché copre bene le occhiaie, non evidenzia le pellicine ed è molto semplice da utilizzare. Si stende benissimo con la spugnetta per il contorno occhi, ma credo possa anche essere steso con le dita picchiettando…

no.gif
.. e non strofinando!

Questo correttore credo che sia uno dei migliori in circolazione, per quanto riguarda la fascia di prezzo da 1€ a 5€ ed inoltre ha una buona durata; unica pecca: la quantità di variazioni del colore piuttosto limitata.

s-l1000.jpg

 

3. DARK LOVE

cliomakeup-mascara-darklove-dl01-scovolino_1024x1024.png

Questo mese ho testato più prodotti make-up che prodotti per la skincare! Il prodotto in questione, credo che molte lo conosceranno, è il mascara Dark Love di produzione di Cliomakeup. Clio è una guru in fatto di make-up, io stessa ho iniziato a truccarmi “decentemente” grazie ai suoi video, alla sua genuinità e alla voglia di imparare sempre di più.

kfowH2E.gif
Scusate, ma sono una piccola Fan di Clio!

Ecco che quando è uscito questo prodotto, in realtà mesi prima ho acquistato anche uno dei rossetti Creamy Love (MLBB, che adoro), ho lanciato un urletto di gioia.

PlushHappyCockatoo-size_restricted.gif
Io personalmente quando mi trucco, metto sempre il mascara, sia per trucchi semplici che per quelli più complessi; il mascara è uno di quei trucchi di cui non farei mai a meno!

Ma parliamo di Dark Love: è un mascara che a mio parere dovrebbe essere comprato da quelle persone a cui piace ottenere un effetto volumizzante, a volte anche con presenza di qualche grumo che a me non dispiace; inoltre allunga molto le ciglia ed il nero è intensissimo, ecco perché il nome “Dark Love”. Ma parliamo dello scovolino: io lo adoro; è uno scovolino a clessidra e questo permette di poter raggiungere qualsiasi ciglia vi sia sfuggita di mano!
Ci sono delle pecche? Essendo lo scovolino leggermente grosso, bisogna applicarlo piano piano nella parte inferiore dell’occhio, perché senno finirete per macchiarvi tutte!

tenor (16).gif
Anche perché se vi macchiate, dovrete ricominciare tutto!

4. TONICO ALLA CALENDULA DI KIEHL’S

Ah, ma eccola tornata la Skincare Addicted che è in me, con un nuovo prodotto del brand Kiehl’s.

pelle-mista-kiehls.jpg

E’ uno dei tonici migliori che io abbia provato fino ad adesso, e non scherzo. E’ un tonico lenitivo che può essere utilizzato da tutte le tipologie di pelle, specialmente quelle sensibili. E’ un tonico idratante dall’odore un po’ forte (è alla calendula, il che non a tutti piace) ma che rimuove tutte le impurità dal viso senza irritare la pelle o bruciare gli occhi.
La cosa che mi piace di più? Che può essere usato da tutti, sia donzelle che masculi, infatti può essere usato dopo la rasatura.
Personalmente? Dato che l’ho finito, lo ricomprerei.

giphy (39).gif

 

5. MOUSSE PURIFICANTE DI BOTTEGA VERDE

Siamo all’ultimo prodotto Top del mese di marzo! Siete pronti?
Allora il prodotto in questione è una mousse detergente all’aloe che ho adorato fin dall’inizio.

125233.jpg

La mousse è una delle tipologie di prodotto con cui possiamo detergerci il viso dopo averlo struccato; se siete interessati a sapere quali sono gli altri modi per detergersi il viso, vi invito a fare un salto QUI. E’ un prodotto idratante, dalla texture soffice e dall’odore paradisiaco. Forse uno dei prodotti migliori che Bottega Verde abbia fatto, ed uno di quelli di cui sto facendo difficoltà a rifornirmi.

giphy (40).gif
Ho già girato diversi negozi BV, ma non l’ho più ritrovato…

Bene, bene, siamo arrivati alla conclusione; i prodotti Top del mese sono finiti,  ed io sono felice di averli testati per mesi e mesi prima di darvi una mia opinione. Ma ora ditemi: conoscevate già questi prodotti? Li comprerete per testarli? Quali prodotti mi consigliate di testare nel mese di maggio? Aspetto vostri commentini, inoltre vi ricordo che potete farvi gli affaracci miei seguendomi su Instagram!

Stay tuned, domani arriva l’articolo Flop del mese di Marzo: tenetevi forte ed inoltre tenetevi a tavola, che domani è PASQUA!

img_0552.jpg
E se dovete ancora comprare le uova, si consiglia quelle della Kinder: le uniche, inimitabili!

La Cometa di Harley

La sostenibilità che ci piace!

Buongiorno Comete,
il weekend purtroppo è andato ed un’altra settimana ahimè è iniziata.

giphy (35).gif
Chi è disperato come me?

Siamo a lunedì e per iniziare bene ho deciso di lanciarmi con un articolo diverso dal solito: la parte teorica dell’articolo sarà accompagnata da un esempio pratico. Ecco qui per voi, un articolo molto prezioso.

Gollum
Il mio tessssoro! 🙂

Lo scorso venerdì, per la pillolina di sapere, abbiamo affrontato il tema della Red Economy, Green Economy ed infine Blue Economy che potrete trovare QUIIII ; oggi, però, volevo fare un passo avanti parlando del concetto di Sostenibilità e di come questo principio possa divenire punto cardine in alcune realtà aziendali grandi ma anche piccole.

ko.jpg
Il cambiamento della società, da una meno attenta alle conseguenze negative o positive rispetto agli impatti ambientali ad una più sensibile, ha generato un mutamento nel nostro modo di pensare, di acquistare e di comportarci nei confronti dell’ambiente. Nella società attuale, l’attenzione all’ambiente ed ai modi in cui produce un’azienda è uno dei driver di scelta di molti consumatori.
Se un’azienda ha una certa etica, ovvero un certo modo di produrre e di comunicare, se è sostenibile e se è trasparente con i propri clienti, allora essa avrà dalla sua parte la fiducia del consumatore; ed un’azienda i cui consumatori sono fidelizzati, è un’azienda che si distingue da tutte le altre.

Ma andiamo con calma.

176.gif
Quando parlo di queste cose, mi gaso troppo Hahahah 🙂

SOSTENIBILITA‘. Ah, sostantivo che ahimè viene abusato fin troppo, perché essere sostenibili è bello.

proud
Manco la sostenibilità fosse Beyoncé!

Per sostenibilità si intende: una forma di sviluppo economico che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente dei beni liberi per le generazioni future; quindi una forma di sviluppo che non solo tuteli l’ambiente ma anche le generazioni future, perché lo spreco e l’eccessivo utilizzo di risorse oggi, si tradurrebbe, domani, nella loro scomparsa.

 

puff.gif
Ciao ciao Risorse!

Due sono i termini maggiormente utilizzati o abusati quando si parla di sostenibilità: eco-friendly e cruelty free.

ECO-FRIENDLY. Essere Eco-Friendly non significa “Bio”, non vi confondete (lo so, a volte il marketing può essere fuorviante), ma significa svolgere le attività o comportarsi in modo “friendly”o amichevole per il pianeta. Essere Eco-Friendly è possibile sia per le aziende sia per la persona “comune”: per le aziende si traduce nella ricerca di modi per elaborare prodotti ecologici, per il privato si traduce in accortezze come il ridurre l’utilizzo dell’automobile e favorire l’utilizzo di biciclette o del car sharing sempre più all’avanguardia, riciclare, riparare anziché buttare e così via.

tree-hug.gif
Abbracciamo anche noi un… Re Artù Hahahah 🙂

CRUELTY-FREE. E’ una dicitura che attesta che il prodotto non è stato testato sugli animali o che non contiene ingredienti di derivazione animale (Vegan). La diatriba riguardo i test sugli animali è ancora adesso piuttosto discussa, con team di persone schierate dalla parte del “No ai test sugli animali” o del “Si ai test sugli animali”; non ho quindi intenzione di soffermarmi sull’argomento perché non sarà questo l’articolo dove lo affronteremo.

Ed è proprio l’interessamento delle persone verso tematiche come i test sugli animali, l’utilizzo di ingredienti di provenienza animale oppure l’impatto che ha la mano dell’uomo sul pianeta, che ha portato ad un mutamento dell’opinione pubblica. Un esempio attuale è Versace: dapprima l’azienda conosciuta in tutto il mondo per la sua pelliccia (un famosissimo cuscino in pelle di coniglio costava sui 1400€ circa), produceva i suoi prodotti con pelli animali perché era il consumatore a richiederlo, ma quando l’opinione pubblica si è schierata dalla parte dei prodotti sintetici, allora anche Versace ha deciso di mettere al bando questa pratica.

Detto questo, è possibile far andare a braccetto sostenibilità e business?
Ebbene si, ed oggi vorrei proprio mostrare ai vostri occhi un caso pratico, di una piccola realtà imprenditoriale che ha saputo stregarmi!

tori vega danza GIF
Si comincia!

Chi conosce Francy Jewel?

fj.jpg

Francy Jewel è una realtà imprenditoriale nata dalla mente di Francesca, una donna forte ed intraprendente che ha saputo dar vita al suo sogno: quello di produrre gioielli (eddai, a chi non piacciono!) handmade sostenibili.

giphy (37).gif
Ho attirato la vostra attenzione, eh?!

Ho conosciuto Francesca e la sua attività, qualche mese fa proprio grazie ad Instagram tramite il suo profilo. Mi ha colpito: l’artigianalità; la cura e l’amore nel produrre un oggetto così prezioso, come un gioiello, che qualsiasi persona avrebbe potuto indossare; le foto pazzesche sul suo account; la sua trasparenza e la voglia di informare le persone su questo tema a Lei molto caro.

fj.png
In quel periodo, avevo da poco aperto il Blog e stavo pensando ai possibili temi da affrontare, tra questi, quello della Sostenibilità e ad un possibile esempio da proporvi; ed è proprio dalla scoperta di FrancyJewel che è nato il mio desiderio di proporre questo modello di business ai vostri occhi, con l’intento di farvi comprendere come sostenibilità e business possano andare a braccetto.

giphy (8)
“Si, Cometa, ma vai avanti?!”

Finita questa breve introduzione, andremo a conoscere più a fondo Francesca tramite questa simulazione di “intervista” avvenuta tra me e lei grazie ad Instragram.
Per rendere il tutto più comprensibile, le domande fatte dalla sottoscritta saranno poste in grassetto.

 

“Ciao Francesca, volevo sapere, quando è nata Francy Jewel e cosa ti ha spinto a creare questo business?”

“Ciao Cometa, allora FrancyJewel è nata a fine agosto di due anni fa; nasce dall’esigenza di dover rendere reale una passione, anzi, chiamiamolo pure un sogno.
Realizzare gioielli è un desiderio che mi accompagna sin da piccolina e grazie alla laurea in Economia e successivamente quella ottenuta all’Accademia delle Belle Arti e alle esperienze fatte in campo lavorativo, ho piano piano compreso che potevo rendere uno dei miei hobby, un lavoro. Se prima, da lavoratrice dipendente, lavoravo 8/9/10 ore al giorno subendo anche le prepotenze e il mobbing da parte dei miei datori di lavoro e tornando a casa esausta, adesso lavoro molte più ore ma non mi stanco mai.”

isbi_fullxfull.1333962222_cn6lwzts.jpg
“Già all’epoca della tesi parlavo di sostenibilità!”

“Senti, ma nello specifico, di cosa si occupa il tuo business?”

“All’inizio mi occupavo di piccoli gioielli, bijoux, ciondoli in resina o braccialetti personalizzati, ma pian piano la mia proposta commerciale è cambiata: adesso creo gioielli artigianali eco-friendly e cruelty free, tutti prodotti artigianalmente dalle mie mani e tramite le mie sole mani.
Come saprai io sono l’unica ad occuparmi della gestione di questo business; sono le mani, il cuore, l’anima e il cervello dietro a ogni gioiello e questo significa: progettazione grafica, realizzazione del prodotto e del materiale del packaging per ogni singolo gioiello.”

fjj.png

 

“Perché hai deciso di produrre gioielli sostenibili, eco-friendly e cruelty free?”

“Un gioiello che nasce da un comportamento positivo e da un’etica che si fonda sulla consapevolezza di preservare il più possibile la Natura è un gioiello che custodisce la luce più bella.
Realizzare dei gioielli etici dovrebbe significare utilizzare in modo onesto solo metalli preziosi riciclati, senza promuovere la continua estrazione delle materie prime e la conseguente distruzione e impoverimento del territorio.

“Sembra facile detto così, ma in che modo?”

“Per far sì che il prodotto sia sostenibile bisogna che qualunque fase della lavorazione: dalla ricerca delle materie prime e la relativa lavorazione, fino alla fase di packaging, siano sostenibili al fine di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e quindi ciò significa che non devono essere utilizzate materie prime che possano danneggiare gli animali o l’ecosistema naturale.
Infatti i materiali da me utilizzati sono eco-friendly poiché sia l’oro che l’argento, ed altri metalli preziosi, nonché le pietre preziose, derivano dalla lavorazione di scarti provenienti al 100% dal settore orafo, medico ed elettronico e quindi non provengono da attività estrattive e le relative problematiche ambientali (distruzione di interi ecosistemi del suolo e del sottosuolo) e sociali (sfruttamento del lavoro minorile) ad essa legate.
Ed è stata proprio l’opportunità di gestire questo business in tutto e per tutto che mi consente di poter scegliere le materie prime che reputo qualitativamente ed eticamente le migliori. Inoltre vorrei aggiungere che nel mio business non è contemplato l’uso di alcun derivato animale come perle, coralli, madreperla, avorio, ecc; ma soprattutto, i miei gioielli sono atossici, nichel free e riciclabili.”

yea.gif
Senza Nichel! GRAZIE!


“Quali difficoltà hai dovuto affrontare nel portare avanti un modello di business da sola?”

“Un oceano infinito di difficoltà che si equiparano alla felicità e alla soddisfazione di fare un lavoro che si ama. Essere moglie, figlia, sorella, mandare avanti una casa e un’attività è già di per se una cosa non da poco, a cui poi si aggiunge la difficoltà di aprire una partita IVA in Italia e tutti gli oneri finanziari che questo comporta. Ma tra le difficoltà principali ci sono la difficoltà nel reperimento dei migliori materiali ecofriendly, che sono reperibili solo all’estero e per tutto ciò che ruota intorno alla produzione sostenibile delle mie creazioni; la difficoltà di occuparsi dei Social, delle spedizioni, Instagram soprattutto e poi rispondere alle email, le foto da caricare nello shop online…poi, essendo FrancyJewel un brand che vende in tutto il Mondo: dalla Lapponia a Dubai, da New York alle Hawaii e poi, Russia, Africa, Australia, Nuova Zelanda: insomma i miei gioielli sono sparsi un po’ ovunque e la difficoltà maggiore è farsi conoscere, perché la concorrenza è altissima in questo campo ed è ricca di professionisti!”


“Avrei ancora una domanda da farti: quali obiettivi futuri hai in mente per FrancyJewel?”

“Il futuro? Desidererei tanto riuscire a comporre delle newsletter da poter inviare ai miei clienti dove racconto di novità, di ambiente, di sostenibilità, ma senza diventare pressante, evitando quindi il modello NEWSLETTER = SPAM.
Inoltre vorrei sicuramente consolidare la mia presenza sul territorio italiano (nonostante Io sia già stata la prima in Italia a realizzare dei gioielli in Argentium Silver e ad essere l’unica in Italia presente nella Banca Dati ufficiale internazionale dell’ArgentiumSilverGuild), per poi espandere sempre più il brand all’estero e magari, chissà un giorno poter assumere personale, formarlo e lanciare dei temporary shop e poi dei veri e propri shop FrancyJewel nelle maggiori capitali del Mondo…”

Da questa testimonianza possiamo ricavare moltissime informazioni che vanno ad avvalorare la mia tesi: sostenibilità e business possono andare a braccetto. Voi cosa ne pensate? Per voi la sostenibilità di un prodotto è qualcosa che tenete a mente quando acquistate? Vi è piaciuto questa nuova tipologia di articolo?
Detto questo, non posso che ringraziare Francesca per essere stata disponibile nei miei confronti, vi invito a fare un giro sul sito web di FrancyJewel, che potrete trovare QUI e sulla sua pagina Instagram.

Noi ci vediamo la prossima volta, mi raccomando, tenete d’occhio il blog perché questa settimana sarà piena di articoli speciali!

La Cometa di Harley

 

 

Pillola rossa o pillola blu?

Buongiorno Comete,
dopo una settimana di relax ed ore piccole, eccomi tornata con una nuova pillolina di sapere tutta colorata.

o.gif
Ecco le mie occhiaie: manco avessi visto Stranger Things tutto in una notte!

Oggi di che cosa parliamo? Parliamo di un tema attuale a livello internazionale, come la tutela dell’ambiente, ma soprattutto sulla confusione generata dalla società riguardo due termini: Green Economy e Blue Economy.
Nonostante entrambi siano due modelli di Economia “positivi”, non significano la stessa cosa.

“Ah no?”

no.gif

Per economia – dal greco οἶκος (oikos), “casa” inteso anche come “beni di famiglia”, e νόμος (nomos), “norma” o “legge” – si intende sia l’organizzazione dell’utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi, sia un sistema di interazioni che garantisce un tale tipo di organizzazione, sistema detto anche sistema economico.

– Wikipedia

Quindi per economia si intendono:

  • organizzazione e gestione di risorse limitate o finite al fine di soddisfare al meglio i bisogni individuali e collettivi
    p7mVYU6.gif
    Ecco perché si dice: “fare economia”. Può essere no?

     

  • sistema economico costituito dall’insieme di relazioni che avvengono tra i cosiddetti “operatori economici”, ovvero: famiglie, imprese, Stato ed il resto del Mondo.

    sistema-economico-3-638.jpg

Il sistema economico, non è sempre lo stesso, esso è in costante mutamento perché deve essere capace di adattarsi al cambiamento della società; è proprio la società il riflesso del sistema economico.

tumblr_m7snnkcAVW1qihzglo1_500.gif
Specchio Specchio delle mie brame, qual’è l’economia del reame?

Ed adesso ve lo dimostrerò.

ak.gif
Facciamo un passo indietro…

Torniamo all’epoca della rivoluzione industriale, epoca importantissima poiché rappresentò la nascita di nuovi modi di produrre attraverso l’utilizzo di risorse dapprima non utilizzate, nonché al mutamento della società.

Mutando la società, anche l’economia mutò, e così si venne a creare la cosiddetta
“Red Economy”.
La Red Economy era un’economia di massa a basso costo, ovvero un’economia basata sul consumo di massa, favorito dalla nascita delle prime industrie e dall’introduzione del modello della produzione di massa sostenuta grazie alla meccanizzazione nelle fabbriche.

500.jpg
Per la produzione di massa, tutte le aziende ricorrevano alle macchine.

Questa economia era basata sul modello consumistico e sull’importanza del guadagno immediato, caratterizzata dal consumo indiscriminato delle risorse che trascura gli effetti collaterali come il prosciugamento delle risorse naturali e degli eventuali danni ambientali, nonché dell’indebitamento dei consumatori.

codice-del-consumo.jpg
Compra compra compra…
Industrial_Revolution_city.jpg
Produci produci produci.

Che schifo questa economia!” direte adesso, ma vi sbagliate, era l’economia più idonea per quel tipo di società. La società aveva alcuni bisogni da soddisfare e le aziende davano ai consumatori ciò che desideravano, con qualsiasi mezzo e trascurando il fattore “ambiente”.

CrazyUnnaturalHellbender-max-1mb
Chi se ne fregava no?

Con il passare degli anni però, la società è cambiata, ha iniziato a riflettere sugli eventuali danni ambientali e da qui è avvenuta la sensibilizzazione della società e dell’opinione pubblica verso la tutela dell’ambiente. Non è più accettata, dall’opinione pubblica, il modello di produzione della Red Economy, basato sull’utilizzo di qualsiasi risorsa, anzi viene condannato. Da qui nasce la Green Economy.

La Green Economy è un’economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta. 

– Commissione Europea 2011

Quindi essa è un’economia basata sulla realizzazione di prodotti attraverso processi sostenibili ed attenti alla tutela dell’ambiente. “Un’economia perfetta no?”

NO.
Lo svantaggio principale di questa economia è che dato il costo dispendioso di tali prodotti, essi sono rivolti ad una elitè di consumatori facenti parte dei paesi maggiormente globalizzati.

giphy (9).gif
Prodotti per ricchi, ma non per tutti.

Da quest’ultima frase nasce il collegamento tra Blue Economy e Green Economy.
Nonostante, spesso si faccia confusione tra i due termini, essi si basano su modelli diversi, anche se la Blue Economy non è nient’altro che un ampliamento e miglioramento della Green.

812014090392.jpg
           Pratt a SX è la Green Economy. Pratt a DX è la Blue Economy.                 Mica male eh!

Per Blue Economy, da non confondere con i Blue Ocean o Oceani Blu, si intende un’economia che non ha niente a che fare con l’acqua, ma che è basata sul generare consumi e prodotti sostenibili ad un costo basso, e quindi accessibili a tutti.
Ma quindi cosa cambia con la Green?

083117-eva-green-american-horror-embed-2_0.jpg
Ovviamente non parliamo di Eva Green! 😉

Se la Green Economy si basava sul fatto di tutelare l’ambiente tenendo sotto controllo la produzione, ora la Blue Economy per raggiungere i suoi obiettivi si avvale delle innovazioni che permettano di trasformare ed apportare un cambiamento nello sviluppo, ma non più come un onere (Green Economy), ma aprendo le porte a tantissime possibilità.

05663410-8bd6-0133-981d-0a6c20e5e327.gif

Per esempio, se la Green Economy aveva come obiettivo quello di limitare le emissioni di Co2, ora la blue economy ha l’obiettivo di arrivare a zero emissioni.

Quindi, pillola rossa o pillola blu?

pillola.jpeg

Il mondo ha deciso per la blu, e si sa, è proprio un bel colore.

Spero che la pillolina di oggi sia stata di vostro gradimento e vi invito a tornare sul blog la prossima settimana, con tanti succulenti articoli!

La Cometa di Harley

Festa della Donna: quando la propaganda è benevola.

Buongiorno Comete,
finalmente siamo a giovedì e la voglia di weekend si fa sentire!
Oggi sono di nuovo qua con un articolo speciale dedicato non solo alle donne, ma anche agli uomini. Ma vorrei fare una premessa: sapete ormai da mesi che questo blog è nato per fare informazione riguardo diversi argomenti e per sfatare miti e leggende.
E dato che spesso, l’argomentazione riguardante la festa delle donne è un po’ reduce da confusioni varie, oggi ne parleremo.
Non è da me fare battute sul modo che hanno le donne di festeggiare, utilizzando frasi ridicole (che solo oggi verranno dette) del tipo: “altro che festa della donna, questa è la sagra della …” e non continuo.

noo.gif
Che battute banali e tristi. 

Però ho notato che quando chiedo: “ma perché festeggi l’8 marzo con le tue amiche?”, ottengo sempre le stesse risposte, ovvero: “Io faccio quello che voglio l’8 marzo” oppure “festeggio andando a mangià la pizza perché anni fa tante donne sono morte in quell’incendio, dai su quello lì di tanti anni fa” o ancora “non esco mai, almeno alla festa della donna potrò fare quello che voglio!” oppure “che c’è di male se vado nei locali per spogliarellisti? Gli uomini lo fanno tutto l’anno“.
E potrei andare avanti all’infinito.

giphy (8)
Si, si, ma andiamo avanti!

Ma prima che voi donzelle iniziate a linciarmi, metto le mani avanti: io non dico che sono contro questa ricorrenza, ma quello che mi piacerebbe fare oggi è fare un po’ di chiarezza, informare e fare qualche riflessione. Anche perché, per me UNA DONNA PUO’ FARE QUALSIASI COSA VOGLIA, VESTIRSI COME PREFERISCE ED ATTEGGIARSI NEL MODO IN CUI PIU’ LA AGGRADA.
THIS IS LIBERTA’.

 

giphy (30).gif
In questo momento mi sento un po’ Mel Gibson durante questa scena di Braveheart!

Partiamo dall’origine: perché l’8 marzo è la festa delle Donne?
L’8 marzo è una ricorrenza MONDIALE volta a porre la questione sui diritti delle donne e sul raggiungimento della parità di genere e viene festeggiata per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
E’ una ricorrenza che è stata istituita dall’ONU nel 1977 proprio per ricordare la lotta delle donne per i propri diritti; lotta che è stata intrapresa in tutto il mondo all’incirca all’inizio dell’800.

Il primo movimento “femminista” fu quello che nacque agli inizi dell’800 e che voleva portare all’emancipazione della donna.
La donna aveva da sempre rappresentato la custode del nido familiare: donna-madre e donna-moglie; la donna che accudiva figli e marito, che non aveva il diritto di lavorare e che non poteva partecipare alla vita politica.

familydevotionA1.jpg

Non a caso, uno dei diritti più rivendicati fu il diritto di voto. Ed è da qui che nacque il movimento delle Suffragette, che si batterono per ottenere il diritto di voto.

giphy (31).gif
Un po’ come Darth Vader mentre gioca a Baseball. Hahahah

Solo gli uomini fino ai primi anni del ‘900 (in alcuni stati, come l’Italia, il diritto di voto venne concesso solo nel 1945) potevano dedicarsi alla vita politica e quindi votare; ecco perché fu uno dei diritti che le donne rivendicavano più fortemente.
In un secondo momento, e precisamente durante la seconda guerra mondiale, le donne iniziarono ad andare a lavorare per la necessità di sostituire gli uomini andati in battaglia; ma sul lavoro erano discriminate: salari ridotti, discriminazione e violenza sul lavoro. I temi su cui si batteva il movimento femminista furono anche: stupro, violenza domestica, sessualità e diritti riproduttivi (pensate solo che la pillola contraccettiva divenne legale negli anni ’60).

 

QLomV.gif
Ebbene si. 

Il movimento “femminista” in Italia nacque tardi ed assunse il connotato di “movimento” all’incirca negli anni ’70. Le femministe italiane combatterono per la legge sull’aborto (entrata in vigore nel 1978 e che tutelava il diritto di una donna di interrompere una gravidanza), sul diritto di famiglia e sulla disparità tra donna e uomo.

6ad3a551ca7e23c688e320f4df1e2fab.jpg
Perché si festeggia l’8 marzo?
“Ma si festeggia per quell’incendio, no?” NO.
Questo avvenimento, quello dell’8 marzo 1908, fu un evento che venne utilizzato per propaganda. Ora vi spiego com’è andata: la leggenda metropolitana narra che nel 1908 ci fu un incendio, provocato dall’imprenditore di una fabbrica tessile che decise di rinchiudere e bloccare le porte d’uscita a 129 operaie donne. La questione venne strumentalizzata e perché? Fate due più due e ci arriverete.

sfondo-desktop-2-2-5-8261.jpg

Ma quindi cosa successe? 
Un incendio avvenne, ma non l’8 marzo, bensì il 25 marzo 1911 alla “Triangle Shirtwaist Company, una fabbrica di camicie dove lavoravano, 500 donne ed un centinaio di uomini, in condizioni di totale sfruttamento 60 ore a settimana. Gli ingressi erano chiusi a chiave per impedire loro anche di assentarsi per una semplice pausa e tutti i lavoratori, sia maschi che femmine, erano privi di diritti e di norme che tutelassero la loro sicurezza, infatti nel pomeriggio del 25 marzo, un incendio divampò e morirono 123 donne ma anche 23 uomini. Fu una strage sul lavoro.

untitled.jpg

Quindi perché si festeggia?
Se avete letto fino a qui, lo avrete capito: si festeggia per ricordare quante donne lottarono per dare alle attuali donne il diritto all’aborto, il diritto di voto e che combatterono per le disuguaglianze tra i due sessi. Inoltre si “festeggia” per ricordare che tanto lavoro c’è ancora da fare, per far sì che la parità tra i due generi ci sia.

tenor (14).gif
Lavoriamo, lavoriamo!

Però ricordiamo che le discriminazioni non hanno sesso, ergo dobbiamo batterci per qualsiasi tipo di discriminazione, anche quella che può colpire un individuo di sesso maschile; perché qualora sia un uomo a denunciare una violenza o una discriminazione sul lavoro, non ci si può permettere a ridere o farla passare in secondo piano.
“Ma Cometa, l’uomo non è come la donna!”
Ed è proprio questo ostacolo che porta la disparità tra i due generi.

giphy (32).gif
Un po’ come questo Husky atletico!

In Italia ci sono moltissimi sportelli dedicati alle violenze sulle donne, ma vi siete mai chiesti se ve ne siano per l’uomo? Solo nel 2011 furono 5 milioni gli uomini ad affermare di aver subito violenze da parte di una donna o di un uomo.
Credete sia normale che la violenza su una donna faccia più scalpore di quella su di un uomo?  (Ovviamente non parlo di omicidio, ma di violenza verbale o sessuale)
Questa non è parità di genere. 
La violenza è violenza, e deve essere condannata a prescindere dal sesso di chi la subisce perché non esiste violenza di serie A o di serie B.

Quando la donna varrà quanto l’uomo e quando l’uomo varrà quanto una donna, allora lì si avrà la parità di genere, ed il fatto che vi sia anche la festa dell’uomo (19 novembre) dal 1999 è già un piccolo passetto avanti.

Detto questo, Buona festa delle Donne a tutti e comportatevi bene.

tumblr_m7mgmzab8y1rbc60xo1_500.gif

La Cometa di Harley